Il Giubileo e i Santi
di padre Giorgio Picu - pubblicato il 10/06/2024
Per comprendere meglio la storia dei Giubilei non possiamo ignorare due grandi intermediari, due grandi santi che, forse in maniera autonoma, hanno anticipato la pratica dei giubilei e, soprattutto, hanno posto le basi per il loro esercizio: San Francesco d’Assisi e San Pietro da Morrone, futuro Papa Celestino V.
Perdono di Assisi: un dono chiesto al Signore per ogni uomo.
"Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. Fu una richiesta quasi audace quella fatta da San Francesco direttamente al Signore che gli era apparso in una notte del 1216 mentre era immerso nella preghiera nella Porziuncola. Si trovò, raccontano le fonti, improvvisamente circondato da un fascio di luce. Il Signore glielo concesse e Francesco, si recò subito da Papa Onorio III per ottenere l’indulgenza e il 2 agosto 1216, dinanzi una grande folla, alla presenza dei vescovi dell’Umbria promulgò il Grande Perdono. Francesco, in quella giornata di agosto, alle genti riparate all'ombra delle querce disse: "Fratelli, io vi voglio mandare tutti in Paradiso e vi annuncio una grazia che ho ottenuto dalla bocca del Sommo Pontefice”.
San Francesco d'Assisi
Nacque così “L’indulgenza del Perdono” che può essere chiesta per sé o per i propri defunti: per ottenerla è necessaria la confessione, la partecipazione alla Messa e l’Eucaristia, il rinnovo durante la visita della propria professione di fede recitando il Credo e il Padre Nostro, infine la preghiera secondo le intenzioni del Papa e per il Pontefice. Dalle 12:00 del primo agosto, fino alle 24:00 del 2 agosto, l’indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo e anche a tutte le chiese francescane.
Il sogno di Celestino e il perdono per tutti.
La Basilica di Collemaggio sarebbe stata "commissionata" dalla Vergine Maria, apparsa in sogno al monaco Pietro da Morrone divenuto poi Papa Celestino V e divenuta simbolo dell’Aquila intitolata all'Assunta. La chiesa più volte ricostruita a causa dei sismi che hanno scandito la storia della città conserva al suo interno testimonianze uniche di arte, storia e fede. Nasce da un sogno Collemaggio, simbolo dell’Aquila. All’eremita Pietro Angelerio da Morrone infatti al tramonto del XIII secolo la Vergine Maria appare durante il sonno e chiede che le sia dedicata una basilica appena fuori dalla cinta muraria. Il monaco provvede quindi all'edificazione del primo nucleo di quella che oggi è riconosciuta come la massima espressione dell’architettura gotico romanica abruzzese.
Basilica di Collemaggio, L’Aquila
La scala degli angeli e la richiesta della Vergine: "una volta il beato Pietro (...) dormì fuori le mura della città dell'Aquila presso il luogo detto Collemaggio. E vide una scala eretta dall'altare posto nel detto luogo di Collemaggio fino al cielo e su di essa gli angeli che salivano e scendevano; e sulla sommità la beata Maria Vergine tra gli angeli, che gli disse di costruire in quel luogo una chiesa in onore della stessa beata Vergine, cosa che egli fece. Infatti l'indomani si diresse nel suo cammino ai suoi frati in Santo Spirito di Maiella, da lì mandò due di questi frati all'Aquila, perché comprassero quel luogo di Collemaggio, cosa che fecero. E dopo un po' fu edificata lì, nel luogo in cui era stata vista la scala, la chiesa con la cappella in onore della stessa beata Vergine, che fino ad oggi il popolo ha in grande devozione e riverenza. Poi a poco a poco furono costruiti il monastero e gli edifici; e soprattutto dopo la traslazione del suo corpo la chiesa fu ampliata e fatta grande, come è adesso". La Basilica viene consacrata il 15 agosto 1288 con il nome di Santa Maria Assunta di Collemaggio, durante una solenne concelebrazione presieduta da otto vescovi.
La lunetta ad affresco sopra la Porta Santa della Basilica di Collemaggio
Di lì a qualche anno nello stesso luogo, il 29 agosto 1294, l'eremita noto come Pietro da Morrone, sarà incoronato Papa con il nome di Celestino V, alla presenza di duecentomila fedeli, tra i quali forse anche Dante Alighieri e Guido da Montefeltro. La Basilica era ancora in costruzione, non poteva essere la grande costruzione che vediamo attualmente, e la cerimonia si svolse all’esterno. Nel breve e sofferto pontificato, durato appena pochi mesi e culminato nella rinuncia durante il concistoro del 13 dicembre 1294, Celestino istituisce quello che in molti considerano il primo giubileo della storia, noto come Perdonanza Celestiniana che ogni anno si celebra tra il 28 e il 29 agosto.
Si può quindi affermare che a L’Aquila si trova la più antica Porta Santa della storia, precedente anche a quella vaticana: è sormontata da una lunetta dipinta ad affresco con le figure della Madonna con Bambino tra i santi Celestino e Giovanni Battista. Di quest’ultimo infatti la Basilica di Collemaggio conservava una venerata reliquia.
La Porta Santa di Collemaggio, L'Aquila
La Perdonanza può essere considerata la festa prodromica del Giubileo. Papa Celestino desidera che chiunque, pentito e confessato, si rechi nella Basilica nel giorno del martirio del Battista, di cui la basilica un tempo conservava una reliquia, possa lucrare l’indulgenza: senza nulla pagare, fatto straordinario in un’epoca in cui le indulgenze avevano un costo. Per L’Aquila l’indulgenza annuale veniva inserita tra le più importanti mete di pellegrinaggio, divenendo una sorta di "seconda Gerusalemme”.
Queste due esperienze spirituali, queste iniziative missionarie, dispensatrici della Misericordia di Dio stanno alla base di ciò che, poco dopo, sarebbe diventato la pratica dei Giubilei. Queste due iniziative sono state così ben accolte dai fedeli dell’epoca che hanno quasi “condizionato” il Pontefice ad estendere le due iniziative a tutta la Chiesa cattolica; diventeranno ed esempio prototipo pastorale per i successivi secoli.
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