I camini di fata e gli insediamenti rupestri in Cappadocia

La valle della Cappadocia affascina i pellegrini che la visitano. I camini di fata hanno un'aspetto da favola. La scena di questa valle è tappezzata di mongolfiere con le quali è possibile godere tutto il panorama di questo luogo affascinante. In questa regione della Turchia hanno vissuto alcuni dei Padri della Chiesa che hanno segnato la storia del cristianesimo con i loro insegnamenti che hanno influenzato i concili ecumenici della Chiesa: San Basilio Magno, San Gregorio di Nissa e San Gregorio Nazianzeno. Erano filosofi, ed aiutarono a definire la fede cristiana che venne formulata nel Credo Niceno-Costantinopolitano che recitiamo ogni domenica durante la Messa.

Chi visita gli insediamenti rupestri della Cappadocia osserva diverse tipologie di villaggi abitati. Questi villaggi si sono infatti sviluppati nel tempo sfruttando genialmente la natura e la configurazione del terreno. Sono anche funzionali a esigenze diverse e rispondono quindi ai bisogni specifici di abitabilità, protezione, vita comunitaria. Si possono individuare quattro modelli principali.

camino di fata
Il villaggio nei camini di fata

Il villaggio nasce là dove i coni rocciosi si addensano su un territorio omogeneo. Il cono viene scavato all’interno e collegato all’esterno da scale, porte, finestre e camini. I locali sono funzionali alle esigenze delle singole famiglie. Si sviluppano prevalentemente su più piani in altezza e comprendono stanze destinati ai normali bisogni di una famiglia: alcove, soggiorno, cucina, magazzino, impianti idrici e di riscaldamento. Sono anche abitualmente presenti le nicchie per la colombaia in alto e le cavità per la stalla e lo stazzo in basso. Talvolta l’abitazione scavata può essere prolungata all’esterno con strutture costruite. Sono ancge diffusi i locali per le attività artigianali. Il villaggio è dotato di vie di collegamento interno, di sentieri diretti ai campi coltivati, di edifici per uso collettivo e di spazi d’incontro.

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Il villaggio nei camini di fata

 

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La cittadella monastica rupestre

Il villaggio monastico rupestre risponde alle esigenze specifiche di comunità religiose maschili e femminili. È quindi dotato degli spazi tipici del cenobio: le celle individuali, la cappella, la sala capitolare, il refettorio, la cucina, i locali per la conservazione degli alimenti liquidi e solidi. La cittadella assume però anche le caratteristiche di un monastero “diffuso”. Intorno al convento principale si sviluppa una rete di minuscoli eremi e asceteri per la meditazione individuale, di piccole strutture di servizio per singoli gruppi di monaci, di cappelle e di chiese rupestri affrescate, di cimiteri rupestri. Vi sono anche le abitazioni delle famiglie del personale a servizio del monastero. Intorno alla cittadella si trovano i campi coltivati, i pascoli e gli stabulari per gli animali da allevamento. Sempre presente è un corso d’acqua che garantisce stabilmente il rifornimento idrico necessario.

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La cittadella monastica rupestre

 

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La città sotterranea

Le città-catacomba furono scavate in profondità nei pressi delle città all’aperto per occultare temporaneamente gli abitanti in occasione di scorrerie di predoni e di invasioni di eserciti ostili. Erano invisibili alle ricognizioni esterne perché gli ingressi erano occultati nelle cantine delle abitazioni o nelle campagne. Erano articolate su più piani, in base alla numerosità della popolazione, e dotate di tutte le risorse che garantissero l’autosufficienza nel caso di una permanenza subdiale prolungata: abitazioni, gallerie, cisterne per i liquidi, dispense di alimenti secchi, depositi, cappelle, spazi collettivi, necropoli. Particolare cura veniva dedicata alla ventilazione dei locali mediante prese e pozzi di areazione. L’acqua veniva prelevata dalle falde profonde mediante pozzi interni.

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La città sotterranea

 

I villaggi a parete sono scavati sui pendii tufacei delle colline o delle gole dei fiumi. Le abitazioni sono scavate orizzontalmente su più piani, collegati tra loro da scale esterne o interne, da brevi cunicoli o da più ampie gallerie. In base al grado di pendenza della parete le abitazioni si affacciano talvolta su terrazzi esterni che costituiscono il tetto degli appartamenti sottostanti. La terminologia di ‘castello’ si usa quando il villaggio rupestre è scavato su un massiccio isolato o una grande rupe verticale. I diversi modelli sottesi a questi villaggi rupestri richiamano la struttura condominiale dei grandi palazzi urbani, con una riduzione degli spazi privati e una crescita della dimensione comunitaria della convivenza e dell’utilizzo delle risorse collettive.

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Il villaggio a castello su parete
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Il villaggio a castello su parete

(Articolo pubblicato dall'autore sul proprio blog il 15 ottobre 2014 e qui ripubblicato con il consenso dello stesso; poi ripubblicato nuovamente sul blog il 16 giugno 2023. Attuale permalink all'articolo originale: https://wp.me/p3L1ab-48x. Fotografie dell'autore.)