Arriviamo a Sidone, storica città libanese, percorrendone il lungomare. Da un lato vediamo grattacieli, palazzi moderni e una brulicante attività commerciale. Dall’altro un placido mare, un tempo solcato dalle navi fenicie che portavano nel Mediterraneo i tessuti di porpora, il legno dei cedri e i lavori in vetro. Dal colle in alto ci sorveglia il Castello di Terra voluto dal re di Francia Luigi IX, il santo.
Nulla sembra ricordare che questa città ha un drammatico passato. Che tante volte è stata saccheggiata e distrutta. Che già il profeta Ezechiele l’aveva maledetta: “Manderò contro di essa la peste e il sangue scorrerà per le sue vie: in essa cadranno i trafitti di spada” (Ezechiele 28,20-24). E che la straziante canzone Sidún di Fabrizio de André ci ricordi una tragica guerra del secolo scorso.
Visitiamo il Castello del Mare, monumento simbolo di Sidone. La fortezza fu costruita nel 1227 dai cavalieri crociati di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme su un isolotto prossimo al porto, dove erano i resti di un tempio dedicato al dio Melqart, nume tutelare dei Fenici. Fungeva da torre di guardia e vigilava sul porto e sulla città. Il collegamento alla terraferma era garantito da uno stretto ponte di pietra ad archi, ricostruito più volte. Il castello è costituito da due torri collegate da un muro.
Nelle pareti esterne sono stati inseriti rocchi di colonne romane, utilizzati come rinforzi orizzontali. La torre ovest rettangolare a sinistra dell’ingresso è la meglio conservata delle due. Attualmente in restauro per ricavarne un ambiente per eventi, ha una grande sala a volta cosparsa di antichi capitelli scolpiti. Una piccola moschea è attigua alla cappella crociata. Dall’alto si ha un’ampia vista sulla città e sul porto.
(Articolo pubblicato dall'autore sul proprio blog il 23 aprile 2019 e qui ripubblicato con il consenso dello stesso, permalink all'articolo originale: https://wp.me/p3L1ab-1XF. Fotografie dell'autore.)