Il Castello dei crociati a Sidone

"Partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidone" (Mt 15,21). Per un pellegrino, la visita a questi luoghi riporta alla memoria la visita di Gesù. Questa città conta alcuni tra i primi discepoli di Gesù: "da Gerusalemme, dall'Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui" ci dice il Vangelo di Marco (Mc 3,8). Gesù dimostra una certa simpatia per questa terra pagana che non conosceva la fede ebraica. Quando apostrofa le città di Corazin e Betsaida per la loro poca fede, afferma "se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite" (Mt 11,21). Possiamo anche ricordare la toccante storia dell'incontro di Gesù con la donna fenicia durante una delle sue visite in questo luogo: « Andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: "Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Ma lei gli replicò: "Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli". Allora le disse: "Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia". Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato. Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli » (Mc 7,24-31)

Arriviamo a Sidone, storica città libanese, percorrendone il lungomare. Da un lato vediamo grattacieli, palazzi moderni e una brulicante attività commerciale. Dall’altro un placido mare, un tempo solcato dalle navi fenicie che portavano nel Mediterraneo i tessuti di porpora, il legno dei cedri e i lavori in vetro. Dal colle in alto ci sorveglia il Castello di Terra voluto dal re di Francia Luigi IX, il santo.

Sidone antica e moderna

Nulla sembra ricordare che questa città ha un drammatico passato. Che tante volte è stata saccheggiata e distrutta. Che già il profeta Ezechiele l’aveva maledetta: “Manderò contro di essa la peste e il sangue scorrerà per le sue vie: in essa cadranno i trafitti di spada” (Ezechiele 28,20-24). E che la straziante canzone Sidún di Fabrizio de André ci ricordi una tragica guerra del secolo scorso.

Il castello crociato di Sidone

Visitiamo il Castello del Mare, monumento simbolo di Sidone. La fortezza fu costruita nel 1227 dai cavalieri crociati di San Giovanni dell’Ospedale di Gerusalemme su un isolotto prossimo al porto, dove erano i resti di un tempio dedicato al dio Melqart, nume tutelare dei Fenici. Fungeva da torre di guardia e vigilava sul porto e sulla città. Il collegamento alla terraferma era garantito da uno stretto ponte di pietra ad archi, ricostruito più volte. Il castello è costituito da due torri collegate da un muro.

Il portale scolpito e la cupola della moschea

Nelle pareti esterne sono stati inseriti rocchi di colonne romane, utilizzati come rinforzi orizzontali. La torre ovest rettangolare a sinistra dell’ingresso è la meglio conservata delle due. Attualmente in restauro per ricavarne un ambiente per eventi, ha una grande sala a volta cosparsa di antichi capitelli scolpiti. Una piccola moschea è attigua alla cappella crociata. Dall’alto si ha un’ampia vista sulla città e sul porto.

Le mura rinforzate da rocchi delle colonne romane

(Articolo pubblicato dall'autore sul proprio blog il 23 aprile 2019 e qui ripubblicato con il consenso dello stesso, permalink all'articolo originale: https://wp.me/p3L1ab-1XF. Fotografie dell'autore.)